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COS'E' NUOVA UNIONE POPOLARE
Per chiarire cos’è, e soprattutto cosa intende essere, NUOVA UNIONE POPOLARE, è necessario riassumere brevemente il percorso originario di UNIONE POPOLARE, un progetto attualmente congelato e da più parti considerato concluso.
Lanciata nella primavera del 2022 come coalizione tra partiti di sinistra, su proposta di Luigi de Magistris, Unione Popolare si è costituita in associazione nell’agosto di quell’anno, riunendo i rappresentanti di Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, ManifestA e DemA. Dal sito www.unionepopolare.blog è stata lanciata una raccolta fondi, proponendo la partecipazione anche ai cosiddetti indipendenti, che hanno aderito in numero consistente.
È seguita la decisione di presentarsi alle elezioni politiche anticipate a settembre, contando sulla presunta popolarità del capo politico e sulla disponibilità di tante e tanti militanti ad andare nelle piazze per raccogliere le firme necessarie. Questa partecipazione affrettata, come facilmente prevedibile, non ha portato al superamento della soglia di sbarramento per eleggere esponenti al Parlamento.
La promessa di un’Assemblea Costituente, che avrebbe dovuto sostituire gli organismi provvisori con rappresentanti eletti dagli aderenti, non si è mai concretizzata, lasciando le decisioni nelle mani di pochi autonominati.
L’entusiasmo militante si è però rinnovato nell’estate 2023 con la campagna raccolta firme per la Legge di Iniziativa Popolare (LIP) sul salario minimo a 10 euro, con vari elementi che la valorizzavano rispetto alla proposta del centrosinistra. Alla campagna hanno anche contribuito Sinistra Anticapitalista, PCI e vari Sindacati di base, insieme all’area CGIL “Le radici del sindacato”. Trovando un vivace sostegno in numerose regioni si sono così superate le 70.000 firme e la proposta è stata depositata in Parlamento.
Ma in seguito, in vista delle elezioni europee e di alcune amministrative regionali del 2024, si sono manifestate le prime spaccature a partire dall’adesione di Maurizio Acerbo, a nome di Rifondazione Comunista, alla lista Pace Terra Dignità, proposta da Michele Santoro. L’ulteriore delusione per l’insuccesso di quella lista ha ulteriormente inasprito i contrasti, fino a giungere all’attuale situazione di congelamento e alla totale assenza di risposte alle tante sollecitazioni da parte dei gruppi di aderenti che intendono proseguire nel percorso avviato.
NUOVA UNIONE POPOLARE si propone dunque di continuare a operare per l’unità tra le forze della Sinistra di alternativa valorizzando gli aspetti positivi del progetto iniziale ma, al tempo stesso, superandone i gravi limiti. Noi pensiamo che sia del tutto improduttivo ricominciare ogni volta da capo, se non si sa tenere conto degli errori commessi per evitarli con metodi e pratiche più efficaci.
Noi non chiediamo a nessuno di rinunciare all’appartenenza alla propria formazione politica attuale: sappiamo bene quanto sono importanti i legami, anche di amicizia, che si consolidano nella condivisione degli obiettivi e nella partecipazione alle lotte; sappiamo anche quanto contano le capacità organizzative e la presenza sui territori.
Noi ci proponiamo piuttosto come occasione concreta di confronto e convergenza per lo sviluppo di una cultura politica capace di affrontare le nuove sfide e le minacce sempre più incombenti. Sosteniamo la necessità di un coordinamento permanente tra le forze della sinistra antagonista, che si deve estendere a tutti quei movimenti di lotta sociale e resistenza su temi specifici, animati in gran parte dai giovani, che subiscono una repressione sempre più violenta.
Siamo un gruppo aperto alla partecipazione individuale, uniti da principi ben saldi e metodi democratici: siamo in campo per costruire un fronte antagonista, di classe, alternativo, anticapitalista, … Chiamatelo come volete, ma mettetevi in contatto con noi!
Siamo un gruppo di compagne e compagni che hanno aderito all’unico progetto di alternativa attivo in questi anni per unire le sinistre anticapitaliste: lo vogliamo vedere compiuto, per riuscire a dare risposte concrete a favore della giustizia sociale ed economica, contro la guerra e contro la distruzione ambientale.
Tra di noi ci sono iscritti ai partiti e ai gruppi politici che hanno dato vita a Unione Popolare, insieme a un nutrito gruppo di indipendenti. Crediamo nell’importanza delle organizzazioni, dell’esperienza e della cultura politica. Non abbiamo mai pensato che i partiti dovessero sciogliersi o ritirarsi, ma riteniamo che il progetto comune della costruzione della sinistra d’alternativa non meriti tentennamenti , polemiche sterili e improvvisi cambi di orientamento.
Siamo tra coloro che hanno risposto con entusiasmo all’indicazione di andare nelle piazze per le raccolte firme, prima per la partecipazione alle elezioni, poi per le leggi di iniziativa popolare.
Non possiamo accettare che all’impegno di tante e tanti militanti non corrispondano un’adeguata continuità dell’informazione interna, né lo sviluppo dei criteri di partecipazione.
Siamo contrari alla gestione verticistica dell’attività politica, pur essendo del tutto consci dei limiti dell’assemblearismo. La pratica democratica va continuamente curata e messa a punto, con gli strumenti e la cultura necessari. Occorrono organismi elettivi, che rispondano con chiarezza del loro operato alla base delle e dei militanti.
Riteniamo che nostre capacità di analisi e proposta vadano sempre affinate nel confronto aperto con ogni forza genuinamente progressista e democratica e, in particolare, con la presenza attiva nei territori. Dobbiamo saper ascoltare e interpretare anche i bisogni di chi, a partire da situazioni di disagio e marginalità, è ingannato dalle false promesse del populismo e delle destre.
Consideriamo l’attività di comunicazione, verso l’interno e verso l’esterno, un pilastro fondamentale dell’attività politica, a cui vanno garantiti la continuità e gli strumenti necessari.
Non può essere tralasciato l’impegno a contrastare la chiusura, nei nostri confronti, del sistema mediatico, per la quale rischiamo di essere confinati in un’area di perenne ininfluenza.
Dobbiamo essere promotori di movimenti sociali, attraverso l’indispensabile relazione costruttiva con le iniziative di protesta di lavoratrici e lavoratori, con l’area del dissenso giovanile e con tutti coloro che scendono nelle piazze per battersi contro le grandi minacce del nostro tempo: dal disastro ambientale, alle guerre e gli stermini di massa, alle innovazioni tecnologiche indirizzate, ancora una volta, al solo interesse del capitalismo imperante.
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